A fine settembre sono stata ad una mostra di artigianato artistico al Giardino Corsini di Firenze. La mostra, dal nome Artigianato e Palazzo, ospitava una sessantina di botteghe artigiane delle più disparate: all’oreficeria alla ceramica, dai filati alla cartapesta. È stata una visita molto interessante, sia per il raffinato contesto sia per le scoperte fatte tra gli stand degli espositori. Non mi sarei aspettata infatti di trovarvi anche un vivaio. E non un vivaio qualsiasi: un vivaio di Frutti Antichi!
Le varietà di piante da frutto coltivate in passato erano numerose e con nomi affascinanti, spesso legati al territorio. Tra le varietà di mela, ad esempio, troviamo la Pomella genovese, la Rossa di Firenze, o la Contessa di Taggia. Non trovate siano nomi bellissimi?

La crescita demografica ed industriale del secolo scorso ha portato però a profondi mutamenti nel settore agricolo: la produzione in larga scala ha reso necessaria la selezione di varietà di piante da frutto adatte ad essere trattate con i nuovi metodi agricoli e che avessero rese molto alte. Anche i gusti dei consumatori si sono modificati nel frattempo, andando a prediligere il valore estetico e le dimensioni del frutto.
L’ovvia conseguenza è stata l’abbandono o la messa in disparte delle antiche varietà di frutta coltivate a livello locale. La perdita è stata ingente, sfortunatamente per noi. Sapevate che nell’ultimo secolo abbiamo perso il 98% della biodiversità di colture, ed in particolare oltre l’80% delle varietà di piante da frutto? Si pensi che nel 1920 le varietà di mele commercializzate erano una cinquantina, mentre oggi sono solo circa una decina!
La perdita della biodiversità ha portato conseguenze gravissime, con ripercussioni su molti fronti. Perdere una varietà di pianta da frutto significa perderne l’identità, perdere il patrimonio genetico non più riproducibile che la caratterizza, e di conseguenza anche la possibilità di coltivarla, gustarne i frutti e metterli a disposizione della comunità per i suoi bisogni futuri. Non solo: si perde anche un patrimonio culturale. Pensate a quante tecniche agricole, sapori particolari e profumi diversi non potremo più sperimentare. Terribile!
C’è una soluzione però, ed oggi ne sentiamo parlare sempre di più: l’agricoltura biologica. Un principio cardine dell’agricoltura biologica infatti è proprio la presenza di biodiversità. Il perché è logico, se ci riflettiamo: un ambiente ricco di specie animali e vegetali trova un suo equilibrio. La monocultura invece attira parassiti e germi che colpiscono quella specifica tipologia di pianta e non trovando ostacoli o predatori potranno proliferare. L’agricoltura tradizionale punta poi a rispondere a questi problemi con prodotti pesticidi o fungicidi, mentre il metodo biologico vuole ricreare gli equilibri presenti in natura.
E l’equilibrio si crea meglio nella diversità (questo vale tanto per le piante quanto per gli esseri umani). Avere molte piante diverse significa attirare insetti utili, dar vita a consociazioni favorevoli, arricchire il terreno di sostanze diverse. Questa ricchezza di biodiversità diventa il vero patrimonio del frutteto, un’assicurazione contro le avversità. Se si inserisce nel frutteto un’unica tipologia di albero da frutto si rischia di attirare maggiormente i suoi predatori e le sue malattie, andando ad incorrere in epidemie. Variando la scelta invece si crea maggior biodiversità, con esiti migliori nella prevenzione dei problemi. E’ importante quindi studiare un ambiente che contempli la presenza di diverse specie vegetali e favorisca la permanenza di insetti ed animali. In questo modo gli ospiti dell’appezzamento coltivato inizieranno ad interagire tra loro creando sinergie ed equilibri, che giocano anche a protezione degli alberi da frutto.
Finalmente, dopo decenni di agricoltura intensiva e monoculture, si è ripresa coscienza della necessità di biodiversità e di uno sviluppo agricolo sostenibile. L’agricoltura è stata rivalutata, tornando a riconoscerle un ruolo multifunzionale, ovvero non solo meramente produttivo ma anche ambientale, paesaggistico, ricreativo e culturale. Il testimone è passato nuovamente agli agricoltori e a noi che possiamo decidere di piantare nei nostri orti e giardini un frutteto di specie autoctone e varietà antiche.

Per la coltivazione biologica le varietà di piante più indicate sono quelle che abbiano una naturale resistenza alle avversità. Non potendo intervenire con trattamenti chimici si privilegiano le varietà poco soggette alla malattia ed in genere le varietà antiche, che venivano coltivate quando i fungicidi in agricoltura erano poco sviluppati, sono anche quelle migliori per un frutteto bio.
La caratteristica principale delle antiche varietà di piante da frutta (autoctone od adattate) è generalmente una buona resistenza alle malattie più comuni. La loro produttività è inferiore a quella delle nuove varietà, ma il loro valore nutrizionale è sicuramente superiore. E non dimentichiamoci del valore ornamentale di queste piante! Molti frutti antichi hanno infatti un portamento e un fascino che li rendono candidati ideali per essere integrati in un giardino.
L’Italia è ricca di varietà di ogni tipo: melo, pero, cotogno, ciliegio (dolce, marasca e visciola), vite, ulivo, nespolo, azzeruolo, corniolo, nocciolo, susino, fico, mandorlo, sorbo… Ogni regione ne può annoverare di ottime, sia a livello organolettico che ornamentale. Fortunatamente ad oggi sono in corso molti progetti a livello locale per l’identificazione, catalogazione e propagazione delle antiche varietà di piante da frutto, ma fino a pochi anni fa questo patrimonio si stava perdendo. Al fine di recuperare le varietà di frutti antichi ancora presenti e conservarle, si sono sviluppate due strategie: il recupero in situ, tramite la ricerca e la protezione delle varietà in loco, ed ex situ, con la conservazione al di fuori del loro ambiente di semi e piante ad esempio in banche del germoplasma, banche dei semi ed orti botanici.
È stata dunque una piacevole scoperta quella dei Vivai Belfiore di Lastra a Signa, specializzati in frutti antichi, rari e storici. Presso la loro sede sulle colline di Firenze, potrete acquistare le varietà che vi interessano ed anche partecipare a corsi di piantagione, concimazione, potatura, innesto e difesa del vostro nuovo frutteto biologico.
Non è meraviglioso? Difendiamo la biodiversità!